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ASSAGGIO DEL VOLUME
...non so ma Pagan è un miracolo. Il miracolo è forse quello che rappresenta di piú che quello appare dalla sua essenza materiale. Probabilmente tutto è un miracolo intorno a noi. Come è un miracolo la città di Venezia che ho visto per la prima volta da bambino.
Sono grato a mia madre per avermene fatta scoprire la grazia, il lusso, i canali, i ponti, le scale ricoperte dalle alghe. Grazie ancora a lei perché da bambino nacque in me un tale sentimento che potrei chiamare Venezia, ma la cui vera essenza é la bellezza. Il desiderio della bellezza aumentava in me sempre di più, nutrito dai ritorni e non mi lasciava mai. Ma non riuscivo a percepire la bellezza perfetta, anche di seguito mi rimaneva un sentimento imperfetto e ciò aumentava il desiderio di conoscerla meglio, la sconosciuta, quella inafferrabile. É qualcosa del genere che significa per me Venezia: non la città piena di turisti con i suoi palazzi meravigliosi, non un posto storico. No, attraverso Venezia filtra la bellezza, come anche senza parole l’ho imparata da mia madre. Ma quella bellezza non si puó indentificare né con i palazzi, le curve del Canal Grande, quella che si può ammirare dal vaporetto o dal Ponte di Rialto, né con dei portoni remoti, dei rumori dei caffè, del profumo delle panetterie, della luce dei lampioni, né con l’atmosfera di Piazza San Marco. Eppure la bellezza è la realtá che filtra dall’al di lá di tutto questo. Venezia è un miracolo ma non la bellezza vera e propria. Essa è come un qualcosa che gioca con lo spirito chiuso nella materia, fa scoprire qualcosa che va oltre le immagini, i suoni, gli odori, qualcosa che va oltre la comprensione della ragione umana.
Anche la terra di Grecia con le sue testimonianze dell’antichità, con Atene e la sua Acropoli. La realtà recente contiene una sfumatura dell’epoca passata ed è un qualcosa in più della realtà materiale. In terra greca è più difficile percepire questo plusvalore perché non risveglia nell’anima sensazioni generiche come Venezia. Per me il plusvalore della Grecia non è legato al luogo, come la bellezza di Venezia, ma alla sapienza umana e per percepirla ci vuole più applicazione esterna che alla percezione della bellezza. Mio padre cercò di fare nascere in me questa capacità di comprensione cosicché dopo anni il fascino di Atene mi apparve chiaro: essa rappresenta la sapienza di secoli di storia, ciò che lega le cose incomprensibili e quelle comprensibili.
L’amore per la bellezza di Venezia l’ho ricevuto da mia madre mentre il desiderio di sapienza di Atene l’ho ricevuto da mio padre; ma qui, sulla cima dello stupa, sono venuto da solo e in questo luogo l’immagine delle costruzioni rosse che punteggiano tutto l’orizzonte turba la mia anima. Forse ci vuole fede oltre al desiderio per la bellezza e alla sapienza. Per non cedere alle lusinghe e migliorare se stessi; per poter raggiungere quel fine di cui non si parla mai: la tranquillità dello spirito, la riconciliazione, il sollievo..